La canapa light genera occupazione e aiuta la lotta al traffico illegale di stupefacenti

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La canapa light genera occupazione e aiuta la lotta al traffico illegale di stupefacenti

Il mercato della cannabis light è letteralmente esploso negli ultimi anni in tutto il mondo. In Italia questo mercato offre lavoro a centinaia di giovani e rappresenta, in parte, anche un ritorno all’agricoltura. Purtroppo nel nostro Paese continuano a sussistere un dannoso gap legislativo e pregiudizi ancora forti, ma i numeri restano nonostante tutto buoni. Alcuni studi confermano un altro aspetto: a beneficiare del boom della canapa light è anche la lotta al traffico di stupefacenti.

Occupazione e cifre
Non abbiamo dati aggiornatissimi in merito, ma quelli esistenti – diffusi dal Consorzio Nazionale per la Tutela della Canapa Industriale - sono eloquenti. La canapa ha avvicinato al mondo agricolo moltissimi giovani. Tra coltivazione, lavorazione e distribuzione in Italia si contavano al 2018 10mila addettimigliaia di aziende e oltre 2 mila punti vendita autorizzati a vendere cannabis a basso contenuto di THC. Ma sappiamo che nel 2019 in Italia sono state attivate altre circa 1.500 nuove aziende di distribuzione e trasformazione della cannabis light.

Secondo dati più recenti, il mercato a livello globale crescerà di 3,35 miliardi di dollari tra il 2020 e il 2024 (previsioni Tecnavio). Come per altri settori va considerato l’impatto della pandemia da Covid-19 che ha leggermente frenato il mercato ma che, in questo caso, ha anche fatto aumentare gli ordini di prodotti durante il lockdown e ha comunque consentito ai cannabis shop di sopravvivere.
Non solo. Per molte aziende agricole che si trovavano in crisi la canapa ha rappresentato una vera ancora di salvezza, sostituendosi a prodotti meno redditizi.

Cannabis light e lotta al traffico illegale di marijuana
A quanto pare, la popolarità della cannabis light si è rivelata un’arma vincente nella lotta al traffico illegale di canapa con un contenuto di THC elevato. Uno studio portato avanti da Francesco Principe, Leonardo Madio e Vincenzo Carrieri afferma che tra maggio 2017 e febbraio 2018 sia calato del 33% il numero di piante di cannabis coltivate illegalmente, mentre è calata dell’8% la diffusione di hashish ad elevata percentuale di THC.

 

 

Fonti:
Ansa  |  Tecnavio  |  Università Magna Graecia di Catanzaro


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